Ultima modifica: 19 febbraio 2019
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Istituto Francese d’Italia: l’Istituto chiude ogni possibilità di firmare il contratto

Si è tenuto, il 13 febbraio 2019, presso l’Ambasciata francese in Palazzo Farnese, l’incontro per verificare la volontà dell’Institut Français d’Italia di firmare il primo contratto collettivo aziendale. Questo appuntamento, da tempo atteso, è arrivato a seguito delle mobilitazioni dei lavoratori di settembre e ottobre  e di un incontro tenutosi presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero che è stato coinvolto nella vertenza per agevolarne la ricomposizione.

La ripresa del dialogo sindacale, auspicato da tempo, doveva servire a superare l’impasse nelle trattative e terminare positivamente il negoziato con la firma del contratto che i lavoratori dell’istituto attendono da molto tempo.

Purtroppo, la direzione di IFI ci ha comunicato la propria indisponibilità alla firma del contratto, di fatto azzerando tutto il lavoro svolto fino ad adesso, lavoro che ci ha visti impegnati per quasi cinque anni a ricostruire l’insieme dei fascicoli del personale, per lo più sconosciuti all’Istituto, rilevando condizioni e trattamenti arbitrari e differenti tra i dipendenti.

L’Istituto, consapevole però della necessità comunque inderogabile di normare i rapporti di lavoro, ci ha comunicato l’intenzione di imporre un regolamento interno analogo a quello in uso al personale delle tre Ambasciate, mettendo fine al percorso di dialogo che aveva caratterizzato le relazioni sindacali in istituto. Una decisione grave e sconcertante perché rivela l’obiettivo di sfuggire al confronto negoziale con il sindacato dei lavoratori per tornare indietro e continuare una gestione unilaterale e discrezionale delle condizioni dei lavoratori ricorrendo allo strumento narrativo ben noto – peraltro già avviato – del “buon padre di famiglia” che si prende cura dei propri figli che gli devono riconoscenza.

Per FLC CGIL è grave la decisione di IFI di rinunciare ad uno strumento contrattuale di partecipazione dei dipendenti attraverso le proprie rappresentanze, scegliendone uno in cui essi stessi sono estranei e assenti ai processi decisori delle proprie condizioni lavorative; è un passo indietro della democrazia nei luoghi di lavoro francesi nel nostro Paese. 

La valutazione della FLC CGIL è radicalmente critica e assolutamente negativa.

Riteniamo un errore la scelta di IFI di rinunciare alle positive relazioni sindacali, sbagliato rinunciare alla contrattazione collettiva non ricercando soluzioni transitorie verso quelle definitive, sbagliato rinunciare a modelli negoziali democratici e partecipativi delle rappresentanze del personale nei luoghi di lavoro. Il prestigio di una struttura di servizio dell’Ambasciata di Francia in Italia lo imponeva.

La mancata firma del contratto collettivo impone alla FLC CGIL di valutare quali azioni mettere in campo per tutelare i lavoratori di IFI e salvaguardare il valore del contratto collettivo ed il principio della rappresentanza sindacale senza i quali le lavoratrici e i lavoratori di IFI sono più deboli.

Insieme alle RSA FLC CGIL, e alle lavoratrici/lavoratori che rappresentiamo, valuteremo la nuova situazione che si è determinata e quale dovrà essere il nostro ruolo nell’immediato prosieguo.