Ultima modifica: 14 maggio 2018
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Sulla valutazione dei dirigenti scolastici

Fin dalla pubblicazione delle Linee guida che illustravano il procedimento di valutazione dei dirigenti scolastici, in applicazione del comma 93 della legge 107/2015 e della Direttiva 36/2016, come FLC CGIL abbiamo aspramente criticato l’impianto della valutazione e indetto una mobilitazione che ha portato all’Accordo del 25 maggio 2017 con cui il MIUR ha disconnesso l’esito della valutazione dalla retribuzione di risultato in attesa di verificare la tenuta della procedura.

L’obiettivo era ed è quello di contrastare ogni tentativo di limitare l’autonomia professionale dei dirigenti scolastici e, attraverso di essi, quella della scuola autonoma.

Con CISL Scuola, UIL Scuola RUA e SNALS CONFSAL abbiamo continuato la nostra mobilitazione invitando i dirigenti scolastici a non caricare sulla terza parte del portfolio alcun documento ma una dichiarazione in cui si attestava di aver svolto tutte le azioni del Repertorio e si invitava il nucleo a verificarlo direttamente, in presenza, chiedendone conto al dirigente scolastico.

Eravamo e restiamo infatti convinti che un dirigente si può valutare solo se si possono verificare direttamente le azioni che ha svolto, attraverso contatti diretti con lui nel suo contesto lavorativo, come avviene per il resto dei dirigenti pubblici.

La valutazione dei dirigenti scolastici può decollare solo se viene costruito un sistema solido di nuclei di valutazione competenti e indipendenti che visitino le scuole e osservino il dirigente al lavoro, colgano le specificità e le criticità del contesto in cui opera, riflettano insieme a lui sulle azioni che ha messo in campo, individuandone punti di forza e aree di miglioramento.

Non ci sono le risorse professionali necessarie per farlo? Si facciano i concorsi per dirigenti tecnici. Non ci sono i tempi per farlo? Si decida di fare visite triennali costruendo un sistema di valutazione efficace e condiviso dal valutato.

Se si elimina l’intento premiale e classificatorio della valutazione – voluto dalla legge 107 e assolutamente inutile per un miglioramento della qualità del servizio scolastico – tutto diventa possibile.

Oggi, 14 maggio 2018, si apre finalmente la contrattazione per il rinnovo del CCNL della dirigenza scolastica. Dentro quel contratto non ci saranno solo le risorse aggiuntive per l’equiparazione della posizione parte fissa ma ci dovrà essere la possibilità di ridiscutere di materie che la legge Brunetta ha sottratto alla contrattazione. E la valutazione è una di quelle.

Noi chiederemo che la procedura di valutazione sia materia di confronto e che gli esiti economici siano oggetto di contrattazione regionale sulla base di criteri nazionali da fissare in sede di CCNI.

Proprio per questo ci siamo battuti affinché anche quest’anno la procedura di valutazione fosse disconnessa da retribuzione e classificazione reputazionale dei dirigenti scolastici e, insieme CISL UIL e SNALS, abbiamo firmato l’Accordo del 30 marzo 2018.

Quell’accordo non è stato firmato da alcune organizzazioni sindacali che chiedono una valutazione con esiti differenziati e conseguente differenziazione della retribuzione, a prescindere dalla complessità della scuola diretta. Per questo propongono oggi ai dirigenti scolastici il boicottaggio del portfolio e inseriscono tra le motivazioni della loro protesta anche il profondo dissenso contro la rinnovata intesa dell’Amministrazione con le altre organizzazioni sindacali, contro il contratto del comparto Istruzione e Ricerca, che ritengono lesivo della professionalità dei dirigenti scolastici, perché scardina la “buona scuola” e il cosiddetto “potere” dei dirigenti scolastici.

Questa non è la nostra battaglia.

Dopo aver firmato un accordo che rende la procedura di valutazione ininfluente sia dal punto di vista economico che reputazionale e che impegna l’amministrazione a confrontarsi sulla procedura in sede di Osservatorio Nazionale e di informativa sindacale, aspettiamo di riportare la tematica della valutazione al tavolo sindacale dove riteniamo vada ricondotta.

La nuova versione della procedura di valutazione proposta per l’a.s. 2017/2018, benché abbia eliminato alcuni degli aspetti che più avevamo criticato, presenta ancora molte criticità.

Coerentemente con l’Intesa che abbiamo sottoscritto, siamo pronti a discutere al tavolo contrattuale e in sede di Osservatorio (come abbiamo già fatto lo scorso 8 maggio) tutte le modifiche necessarie per far sì che la valutazione dei dirigenti scolastici diventi una procedura trasparente, equa e accettata dalla categoria attraverso la quale si esprima un competente giudizio sul lavoro svolto dal dirigente scolastico, non sulle sue capacità o sulla sua professionalità.

Riteniamo che sulla valutazione, come su ognuna delle molteplici problematiche che affliggono la dirigenza scolastica, si possa discutere senza spingere la categoria all’isolamento e al contrasto con le altre componenti professionali e lavorative del mondo della scuola.

Secondo noi la Dirigenza scolastica può conquistare il suo giusto riconoscimento professionale e retributivo solo all’interno di percorsi che riconoscano la centralità della scuola pubblica per lo sviluppo del Paese e pari dignità a ciascuna delle componenti della comunità educante.