Ultima modifica: 30 aprile 2025
FLCGILPRATO.IT > News > Classi in deroga a.s. 2025/2026: taglio alle disponibilità di organico

Classi in deroga a.s. 2025/2026: taglio alle disponibilità di organico

Informativa al ministero sul decreto che dà attuazione a classi con numero ridotto di studenti rispetto al DPR 81/2009. Tagliati 161 posti docente rispetto allo scorso anno.

I sindacati sono stati convocati nel pomeriggio di martedì 28 aprile 2025 per l’illustrazione della bozza di decreto interministeriale avente per oggetto “Limite massimo dell’organico del personale docente da destinare alle classi costituite in deroga alle dimensioni previste dal decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81”.

Si tratta dell’applicazione della Legge 30 dicembre 2021 n.234, laddove dispone di favorire l’efficace fruizione del diritto all’istruzione prevedendo gruppi-classe più contenuti nelle scuole caratterizzate da criticità sociali, economiche e culturali, da spopolamento o dispersione scolastica (art.1 commi 344 e 345).

Le risorse destinate per la dotazione organica del personale docente prevista allo scopo, è quella già definita a legislazione vigente; il ministero ne quantifica il contingente ogni anno e, sulla base degli indici rilevati a seguito delle prove INVALSI e su dati ISTAT, assegna la quota spettante ad ogni regione.

Il numero complessivo autorizzato per l’a.s.2025/26 è di 6.566 posti rapportati a 3.397 classi se tutti fossero previsti nella secondaria di II grado; erano 6.727 nell’a.s.2024/25 pari a 3.478 classi.

Con tale dotazione gli Uffici Scolastici Regionali istituiscono nelle scuole primarie e secondarie di I e II grado individuate nella ricerca, le classi in deroga ai parametri numerici, includendo almeno uno dei quattro indicatori derivanti da particolari condizioni di disagio. Il testo del decreto, però, non manca di sottolineare che le predette deroghe possono essere autorizzate nella “scuola secondaria di secondo grado, per la costituzione anche delle classi prime dei nuovi percorsi liceali e delle sperimentazioni dell’offerta formativa tecnologico-professionale”.

In sintesi, mentre la legge e il decreto attuativo prevedono, da quattro anni a questa parte, una finalità precisa per l’utilizzo di questi posti pur progressivamente diminuiti, si moltiplicano le “intenzioni virtuose” per intervenire a costo-zero sul sistema scolastico, introducendo altre finalità nell’operazione di ridurre gli alunni per classe: Agenda sud, tutela delle aree interne, piccole isole e minoranze linguistiche, dispersione e deprivazione economica e culturale, avvio dei percorsi ordinamentali nonostante le mancate iscrizioni.

Nella realtà è la conferma di quanto denunciamo senza tregua, ovvero che per la politica la scuola continua ad essere un costo da ridimensionare, sulla quale evitare nuovi investimenti pur mantenendo un impegno di facciata, mentre tutto il sistema si impoverisce e con esso declina il processo di formazione delle giovani generazioni.