Ultima modifica: 25 giugno 2025
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CSPI: la delegazione della FLC CGIL critica sul decreto relativo a Monitoraggio e Osservatorio sui percorsi di PCTO

Il decreto non affronta le reali criticità che emergono dai percorsi e propone premi laddove servirebbero controlli sulle norme di sicurezza: la FLC CGIL ha votato contro

Il CSPI è stato chiamato il 23 giugno in seduta plenaria ad esprimere un parere sul Decreto Ministeriale relativo alla regolamentazione del monitoraggio qualitativo dei Percorsi per le competenze trasversali e l’Orientamento (in applicazione dell’art. 17 c. 4 del decreto-legge 4 maggio 2023 n. 48, convertito dalla Legge 3 luglio 2023 n. 85), all’albo nazionale delle buone pratiche e all’articolazione e funzionamento dell’Osservatorio nazionale dei PCTO (ai sensi dell’art. 1 cc. 784-quinquies e 784-sexties della Legge 30 dicembre 2018 n. 145, introdotti dall’art. 32 della Legge 13 dicembre 2024, n. 203).

L’obiettivo espresso dal provvedimento è stato definito in termini di monitoraggio di qualità, efficacia, innovatività dei Percorsi implementati dalle scuole; valorizzazione delle migliori pratiche di PCTO. Per quanto attiene l’albo delle buone pratiche l’obiettivo è quello di pubblicizzare e premiare progetti ritenuti virtuosi. Infine, per l’Osservatorio si prevedono funzioni si supporto al monitoraggio dei percorsi.

La componente prevalente del monitoraggio si basa sull’analisi di dati messi a disposizione dalle scuole attraverso piattaforme in parte dedicate, in parte già esistenti e sono poi previsti eventuali controlli a campione solo sulle scuole. Per la parte dell’albo sono le scuole che candidano i progetti ad essere segnalati nell’albo nazionale e l’Osservatorio cura la selezione, anche col supporto di INVALSI e INDIRE.

La delegazione della FLC CGIL ha rilevato come  permangano in questo nuovo DM i forti limiti e le criticità insite nell’impostazione stessa dei PCTO, aggravati anche da una attenzione insufficiente in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e formazione degli attori coinvolti, tema che pure i recenti dati dell’INAIL dovrebbero indurre ad attenzionare.

In particolare le criticità rilevate hanno riguardato:

  1. gli indicatori di qualità troppo schiacciati sul “fabbisogno” territoriale, al punto da confondere la capacità di acquisire le competenze per l’orientamento, che devono essere patrimonio proprio degli allievi, e l’adattamento alle necessità immediate e locali del mercato del lavoro. Ricordiamo che compito dell’istruzione è far acquisire competenze specifiche, ma valide anche in ambienti diversi da quelli direttamente disponibili o sperimentati.
  1. Co-progettazione e responsabilità della scuola. Sebbene la co-progettazione con soggetti esterni, alunni e famiglie sia corretta, il decreto non specifica chiaramente che la responsabilità della proposta deve restare in capo alla scuola. I PCTO rappresentano percorsi formativi e di istruzione rispetto ai quali la scuola deve mantenere la sua piena autonomia e responsabilità didattica e pedagogica.
  1. Occupabilità e ricadute sul curricolo. L’occupabilità deriva da un efficace curricolo, che produce orientamento e competenze spendibili ma sull’occupabilità incidono molti altri fattori – che dipendono dal mercato del lavoro – e sui quali la scuola può molto poco. Risulta pertanto discutibile porre sullo stesso piano “Curricolo, orientamento e occupabilità”.
  1. Rispetto delle norme in materia di sicurezza e tutela della salute nei luoghi di lavoro e formazione su questa materia. Come confermato dai dati INAIL sugli incidenti che nel 2025 hanno coinvolto migliaia di studenti e studentesse, il rispetto delle norme sulla sicurezza e la formazione rivolta agli attori coinvolti dovrebbero rivestire un ruolo centrale tra gli obiettivi del monitoraggio e i criteri di valutazione dei percorsi PCTO. Così non è e questo rappresenta un vulnus del provvedimento.
  1. Valorizzazione delle competenze trasversali. Le competenze trasversali dovrebbero essere valutate e sviluppate in tutte le ore di scuola e in ogni disciplina, non solo nel percorso PCTO
  1.  “Premi”. L’idea di proporre “premi” ai progetti ritenuti innovativi è alquanto discutibile poiché possono stimolare competizione piuttosto che emulazione.
  1.  Composizione e ruolo dell’Osservatorio. Il numero proposto di cinque membri risulta troppo esiguo. Ma soprattutto la composizione non prevede obbligatoriamente personale attivo nella scuola, il che suggerisce una visione dell’Osservatorio più orientata ai “percorsi di avviamento al lavoro” anziché ai PCTO. Risulta priva di motivazione la presenza delle parti sociali solo come invitati ma senza diritto di voto. Alquanto discutibile appare il coinvolgimento dell’Invalsi, poiché l’attività e le valutazioni richieste in questo ambito sono di carattere didattico e di processo, non meramente misurativo. Non si comprende a che titolo l’Osservatorio dovrebbe formulare “proposte in ambito didattico e orientativo” che sono aspetti di pertinenza scolastica.
  1.  Assenza di compensi, esoneri e investimenti. Infine l’assenza di compensi, esoneri e investimenti rende l’intera operazione difficilmente attuabile in modo efficace.

Alla luce di questi elementi e alla luce del fatto che non sono state accolte le proposte integrative formulate, la delegazione della FLC CGIL ha espresso voto contrario rispetto al parere, che è stato approvato a maggioranza.